Bilancio annuale al 31 dicembre 2024 In corso d'opera. Persone, progetti e comunità in azione
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Bilancio annuale al 31 dicembre 2024 In corso d'opera. Persone, progetti e comunità in azione
Lettera agli stakeholder Il 2024 è stato un anno di timida ripresa per l’economia globale, ancora segnata da forti incertezze geopolitiche, crescenti tensioni commerciali internazionali e dal rallentamento economico di alcuni Paesi chiave, in primis Cina e Germania. In Italia, l’andamento economico si è mantenuto in linea con le previsioni, registrando un incremento del PIL pari allo 0,5%, trainato principalmente dalle esportazioni verso i mercati extra-UE. Al contempo, la produzione industriale ha subito una significativa contrazione, pari al 3,4% se confrontata con i valori dell’anno precedente. In questo scenario complesso, la Fondazione guarda al futuro con dinamismo, sostenuta dai risultati positivi ottenuti nel 2024. È stato un anno importante con un utile netto pari a €11,6 milioni, un patrimonio netto di €764,6 milioni e con una crescita significativa dei risultati finanziari. Dal 2019 a oggi, il patrimonio netto è aumentato di oltre 100 milioni di euro, confermando la solidità e la coerenza della nostra visione strategica di lungo periodo, espressione di una gestione sfidante, attenta e responsabile. Il 2024 è stato anche un anno di nuove prospettive, delineate grazie anche alla fiducia dei nostri Stakeholder. Con investimenti pianificati per circa 214 milioni di euro entro il 2027, di cui 70 milioni realizzati nel 2024, la Fondazione intende contribuire allo sviluppo del sistema fieristico e congressuale, nonché al benessere del territorio e della città di Milano. Sono proseguiti, secondo cronoprogramma, i lavori di adeguamento degli spazi di fieramilano e di Allianz MiCo, che ospiteranno alcune gare e il media center dei Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali di Milano Cortina 2026. Questi interventi, oltre a contribuire alla realizzazione di un evento di rilevanza internazionale, pongono le basi per una visione più ampia: creare spazi polifunzionali in grado di accogliere eventi sportivi e di entertainment, offrendo nuove opportunità di sviluppo per il business di Fiera Milano. In parallelo, è proseguito il nostro impegno nella rigenerazione urbana: dalla realizzazione di un complesso immobiliare, in cui Rai allestirà il suo nuovo centro di produzione e gli uffici, alla costruzione di una nuova struttura alberghiera nei pressi di Allianz MiCo. Contribuire allo sviluppo del territorio, significa anche investire sul futuro dei suoi protagonisti: per questo, continuiamo a rafforzare il nostro impegno nella formazione dei giovani talenti attraverso programmi come il Master MEED e il PROGEA, pensati per far crescere competenze di eccellenza nei settori fieristico e congressuale. Bilancio Annuale 2024 2
Ugualmente fondamentale è per noi prenderci cura delle persone che vivono nel nostro territorio. Anche quest’anno abbiamo promosso iniziative a forte impatto sociale. Il 7 dicembre abbiamo organizzato e ospitato, con grande partecipazione e soddisfazione, la seconda edizione di “Che sia festa per tutti”, una giornata di convivialità negli spazi di Allianz MiCo in cui abbiamo accolto oltre 600 persone in condizioni di fragilità. Numerosi sono stati inoltre i progetti a contrasto della povertà minorile e della solitudine degli anziani. La nostra missione è da sempre quella di tutelare il nostro patrimonio, favorendo sia il suo sviluppo sia quello di iniziative che hanno rafforzato la nostra identità. Per questo, nel 2024 abbiamo valutato il nostro contributo alla transizione sostenibile applicando la Tassonomia Europea per la Finanza Sostenibile (Regolamento UE 2020/852), analizzando gli investimenti erogati e pianificati da Fondazione Fiera Milano dal 2000 al 2030. Questo esercizio ci ha permesso di verificare la coerenza delle nostre azioni con gli obiettivi ambientali europei. Tutto ciò è stato possibile grazie al lavoro, alla visione e alla dedizione delle persone che ogni giorno contribuiscono alla nostra missione: le donne e gli uomini di Fondazione, i collaboratori, i partner e, in particolare, il Consiglio Generale e il Comitato Esecutivo, che desideriamo ringraziare per aver accompagnato con competenza e visione il percorso della Fondazione negli ultimi anni. Mentre si avvia alla conclusione il mandato dell’attuale governance, ci prepariamo a consegnare il testimone a chi saprà proseguire con determinazione la strada intrapresa, affrontando con responsabilità e spirito innovativo le sfide e le opportunità che i prossimi anni ci riserveranno. Presentiamo così il Bilancio Annuale 2024, che integra in un unico documento l’informativa finanziaria e non finanziaria. Quest’ultima, da quest’anno, è redatta secondo il nuovo standard unico europeo ESRS, introdotto dalla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD). Un documento che riflette i valori che ci guidano: etica, trasparenza e responsabilità. Persone, progetti e comunità sono in azione: il futuro che abbiamo immaginato è già in corso d’opera. Davide Corritore Enrico Pazzali Vice Presidente Presidente 3 Introduzione Dichiarazione di sostenibilità Relazione sulla Gestione Bilancio al 31.12.2024 Nota Integrativa Relazione del Collegio dei revisori Relazione della Società di revisione Bilancio consolidato al 31.12.2024 Prospetti contabili consolidati Nota illustrativa Relazione della Società di revisione
Politiche pubbliche, persone, innovazione: le leve per una transizione giusta Ne parliamo con Giovanni Azzone, Presidente Fondazione Cariplo Fin dalle prime battute del suo nuovo ciclo politico, la Commissione Europea mette l’accento sulla necessità di rendere più competitive le nostre economie, basandosi su decarbonizzazione, innovazione e sicurezza. Negli ultimi anni sono stati promossi strumenti regolatori per rendere più uniforme e trasparente la misurazione della sostenibilità delle imprese ma, allo stesso tempo, non sembra ancora chiaro come collegare le performance non finanziarie al costo del denaro. Cosa manca per far sì che il settore finanziario diventi la locomotiva della transizione? Oggi, ciò che limita la capacità di integrare la sostenibilità nei processi d’investimento è la difficoltà di tradurre metriche non finanziarie secondo le logiche economiche tradizionali. La sostenibilità è per sua natura multidimensionale: coinvolge aspetti ambientali, sociali e di governance, ciascuno con impatti diversi non immediatamente misurabili o comparabili tra loro. Al contrario, il sistema finanziario è, a volte, monodimensionale: risponde a logiche quantitative, spesso riassunte in indicatori come il tasso d’interesse o il rischio di credito, ampiamente diffusi nel vocabolario comune. Negli ultimi anni si è affermato un approccio sinergico alla sostenibilità ma rimane una criticità di natura strutturale: l’assenza di un modello analitico condiviso e universalmente accettato per attribuire un peso comparabile ai molteplici impatti ESG. Cos’è più rilevante, ad esempio, tra la chiusura di uno stabilimento che inquina una falda acquifera e la perdita di posti di lavoro? La difficoltà di costruire matrici di comparabilità solide rende complicata la traduzione di questi impatti in metriche finanziarie standardizzate. Questa criticità emerge anche negli attuali modelli di rating: sebbene sempre più evoluti, faticano a offrire una lettura aderente alla realtà, impatti ambientali, sociali ed economici richiedono valutazioni non standard che tengano conto di specificità settoriali, territoriali e temporali. Qui entrano in gioco le politiche pubbliche: per rendere la finanza sostenibile un attore propulsore e non solo reattivo, serve un indirizzo chiaro, focalizzato sulle reali priorità della transizione. Da un lato, le banche, ed altri operatori finanziari, devono certamente avanzare nell’integrazione dei criteri ESG, valorizzando gli strumenti di misurazione della sostenibilità che valutano in modo quanto più possibile tecnico le prestazioni delle imprese come, ad esempio, la Tassonomia Europea. Dall’altro lato, se l’obiettivo è accelerare la transizione sostenibile, il settore pubblico deve assumere un ruolo deciso: orientare le scelte, ridurre l’incertezza e creare le condizioni per una finanza che sia si sostenibile ma anche incisiva nel generare trasformazione. La transizione sostenibile non riguarda solo l’ambiente, la dimensione sociale ne è legata a doppio filo e occupa un ruolo centrale nei processi di pianificazione e sviluppo. L’evoluzione degli attuali sistemi economici richiederà nuove competenze e capacità di coinvolgere e tutelare diverse fasce della società. Dall’osservatorio di Fondazione Cariplo, quali sono le sfide sociali più urgenti e, in che modo l’innovazione tecnologica può contribuire ad affrontarle, valorizzando le opportunità e mitigando i rischi per le fasce più vulnerabili della società? Bilancio Annuale 2024 4
Per affrontare la complessità di una transizione è necessario rovesciare il punto di vista: l’unico modo per gestire i trade-off che inevitabilmente emergono – tra crescita, sostenibilità, inclusione – è puntare sull’innovazione, superando la logica del compromesso per generare benefici più ampi. Fondazione Cariplo sta dedicando particolare attenzione a due sfide che riteniamo oggi tra le più urgenti: il lavoro e la qualità della vita. La storia ci insegna che ogni grande trasformazione tecnologica ha generato nuove opportunità occupazionali aumentando la produttività. Tuttavia, il problema non è la direzione di lungo periodo ma la fase di transizione. Oggi l’innovazione – in particolare quella legata all’intelligenza artificiale – è incredibilmente veloce e pervasiva: non riguarda un solo settore, come fu per il telaio nel tessile, ma trasforma contemporaneamente ambiti diversi. Questo rende molto più complicato accompagnare le persone in percorsi di riconversione e aggiornamento delle competenze. La vera sfida è garantire l’occupabilità, tenendo al passo chi oggi rischia di non avere gli strumenti per adattarsi. Guardando alle condizioni di vita, il tema è altrettanto complesso. Prendiamo l’energia: mentre investiamo nella transizione energetica, molte famiglie faticano a sostenere il costo delle bollette. In questo contesto, è difficile chiedere sacrifici immediati in nome di un beneficio futuro e collettivo, se prima non si affrontano le difficoltà di chi è più vulnerabile. Ecco perché è fondamentale che la politica assuma un atteggiamento proattivo: anticipare i problemi, distinguere ciò che è contingente da ciò che è strutturale, adottando strumenti capaci di intervenire prima che le fratture sociali diventino irreversibili. L’innovazione tecnologica, se ben governata, può essere una leva decisiva, ma va accompagnata da politiche capaci di proteggere i più vulnerabili, anticipando i cambiamenti e trasformandoli in opportunità di crescita inclusiva. In una Sua intervista, ha definito Milano “crocevia internazionale di innovazione e sviluppo”, caratteristica essenziale delle grandi città. Tuttavia, quando si parla di transizione sostenibile, spesso le soluzioni più efficaci sembrano applicabili più su piccola che su larga scala. Come può Milano, e il suo territorio più allargato, distinguersi rispetto a un cambiamento tanto urgente quanto necessario? Quali sono i principali rischi e le opportunità che la città può incontrare nel suo percorso di transizione a un modello urbano sostenibile? Milano ha la forza e le risorse per contribuire in modo significativo al cambiamento, ma non è un’entità autonoma. Il suo cammino è intrecciato con quello del Paese, e qualsiasi percorso verso un modello sostenibile deve tenere conto di questa interdipendenza. Al tempo stesso, però, Milano – intesa nella sua accezione più ampia, cioè come Città Metropolitana – ha un ruolo strategico unico perché è il luogo più adatto in cui sperimentare soluzioni che, se efficaci, possono essere replicate anche altrove. Uno dei punti nodali è la scala di intervento. Milano, in sé, è una città relativamente piccola – per fare un paragone, può corrispondere a un quartiere di Pechino – e dunque non ha senso parlare di sostenibilità urbana senza ragionare su un orizzonte metropolitano. Alcune sfide richiedono un allargamento dei confini: pensiamo al tema dell’housing o della mobilità sostenibile. Lo smart working, ad esempio, ha fatto intravedere nuove possibilità di riorganizzazione del lavoro e dello spazio urbano: se si lavora meno in centro, si può vivere anche fuori, a condizione che ci siano trasporti efficienti per collegare diverse aree della città. Allo stesso tempo, però, esistono sfide di sola prossimità e, le comunità energetiche, ne sono un esempio: non si costruiscono a livello di intera città, ma di quartiere, condominio, vicinato. Anche il social housing non è una singola risposta, ma un pacchetto di interventi differenziati da adattare alle specificità locali. Ecco, quindi, la duplice sfida per una transizione urbana sostenibile: da un lato, affrontare i grandi nodi su ampia scala, coordinata, sistemica; dall’altro, evitare l’approccio standardizzato e valorizzare soluzioni locali, condivise e partecipate. Il rischio più insidioso è che si allarghi il divario tra centro e periferia, tra chi ha gli strumenti per cogliere le opportunità della transizione – grazie a risorse, competenze e reti – e chi, al contrario, rischia di subirne soltanto i costi. Tenendo conto di ciò, l’opportunità è rendere Milano un laboratorio dinamico, capace di connettere le grandi strategie pubbliche con i bisogni concreti delle persone. 5 Introduzione Dichiarazione di sostenibilità Relazione sulla Gestione Bilancio al 31.12.2024 Nota Integrativa Relazione del Collegio dei revisori Relazione della Società di revisione Bilancio consolidato al 31.12.2024 Prospetti contabili consolidati Nota illustrativa Relazione della Società di revisione
Il nostro 2024, in sintesi Fondazione Fiera Milano Azionista propositivo Rigenerazione urbana Cultura e conoscenza Innovazione sociale 63,82% quota di maggioranza in Fiera Milano Spa 38+152 fiere, congressi e convegni ospitati e organizzati in fieramilano e Allianz MiCo 55.000 mq superficie per il nuovo complesso in locazione a RAI per il Centro di produzione 539 giovani formati da Accademia Fiera Milano, di cui 54 nel 2024 4,5 mln € contributo previsto nel triennio 2025-27 per il benessere del territorio 214 mln € investimenti previsti dal Piano Triennale 2025-2027 2,8 mln visitatori in fieramilano e oltre 400k delegati ai congressi Hotel Scarampo nuova struttura ricettiva che sarà realizzata entro il 2026 InFiera WeStand nuovo percorso formativo tecnico dedicato ai giovani under 30 624 persone ospitate in occasione dell’iniziativa “Che sia festa per tutti” il 7 dicembre 2024 6 Bilancio Annuale 2024
11,6 mln € di utile IT-EX prima associazione delle fiere internazionali italiane 25 mln € investimento complessivo sostenuto per ospitare le Olimpiadi Invernali 2026 140 opere d’arte presenti all’interno della collezione, di cui 15 acquistate nel 2024 51 iniziative sostenute attraverso liberalità e sponsorizzazioni 765 mln € patrimonio netto Nuovo ATECO per l’organizzazione di convegni e fiere, definito con ISTAT 40 mln € stima del giro d’affari generato dalle strutture che ospiteranno il pattinaggio veloce >500 mila immagini nell’Archivio Storico di Fondazione 45 persone di Fondazione Fiera Milano, di cui 60% di genere femminile 95% dei ricavi ammissibili alla Tassonomia EU, 79% allineati 62% degli espositori di Fiera Milano ritiene che le fiere stimolino l’innovazione 42,6 mln € stima dell’indotto annuo generato sul territorio con le nuove opportunità di business post-olimpiche 36.000 opere dell’Archivio Storico consultate online 1.697 ore di formazione erogate alle nostre persone 7 Introduzione Dichiarazione di sostenibilità Relazione sulla Gestione Bilancio al 31.12.2024 Nota Integrativa Relazione del Collegio dei revisori Relazione della Società di revisione Bilancio consolidato al 31.12.2024 Prospetti contabili consolidati Nota illustrativa Relazione della Società di revisione
Sommario 12 Introduzione 14 Scenario 24 Fondazione Fiera Milano 36 Dichiarazione di Sostenibilità 38 Informazioni generali 49 Informazioni ambientali 65 Informazioni sociali 88 Informazioni di governance 95 Indice ESRS 100 Relazione sulla Gestione 102 Risultati economico-finanziari 120 Bilancio al 31.12.2024 122 Stato patrimoniale 126 Conto economico 130 Nota Integrativa 145 Commento alle principali voci dell'attivo 152 Commento alle principali voci del passivo 160 Commento alle principali voci del Conto economico 170 Altre informazioni 174 Allegati 180 Relazione del Collegio dei revisori 182 Relazione del Collegio dei revisori al Collegio Generale sul bilancio al 31 dicembre 2024 190 Relazione della Società di revisione 192 Bilancio d'esercizio al 31 dicembre 2024 2 Lettera agli stakeholder 4 Politiche pubbliche, persone, innovazione: le leve per una transizione giusta 6 Il nostro 2024, in sintesi 10 Convocazione del Consiglio Generale Bilancio Annuale 2024 8
196 Bilancio consolidato al 31 dicembre 2024 198 Relazione sulla Gestione 203 Eventi principali dell'attività di Fondazione e delle società controllate 204 Personale di Fondazione e delle società controllate 206 Prospetti contabili consolidati 208 Prospetto della situazione Patrimoniale-Finanziaria consolidata 210 Prospetto di Conto economico complessivo consolidato 212 Rendiconto finanziario consolidato 214 Prospetto delle variazioni del Patrimonio netto consolidato 216 Nota illustrativa 218 Sintesi dei principi di consolidamento e dei principi contabili più significativi 241 Commenti alle voci del bilancio 266 Informativa su garanzie prestate 267 Conto economico 277 Altre informazioni 278 Allegati 288 Relazione della Società di revisione 290 Bilancio consolidato al 31 dicembre 2024 9 Introduzione Dichiarazione di sostenibilità Relazione sulla Gestione Bilancio al 31.12.2024 Nota Integrativa Relazione del Collegio dei revisori Relazione della Società di revisione Bilancio consolidato al 31.12.2024 Prospetti contabili consolidati Nota illustrativa Relazione della Società di revisione
Convocazione del Consiglio Generale Bilancio Annuale 2024 10
11 Introduzione Dichiarazione di sostenibilità Relazione sulla Gestione Bilancio al 31.12.2024 Nota Integrativa Relazione del Collegio dei revisori Relazione della Società di revisione Bilancio consolidato al 31.12.2024 Prospetti contabili consolidati Nota illustrativa Relazione della Società di revisione
01 INTRODUZIONE 12
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Scenario Quadro di riferimento macroeconomico e di settore Andamento macroeconomico Nel 2024 il Prodotto interno lordo è cresciuto del 3,2%1 a livello mondiale. Nelle economie avanzate la crescita è stata del +1,7% mentre nei mercati emergenti e in sviluppo si è registrato +4,2%. L'economia globale si è mantenuta stabile, anche se il grado di tenuta varia notevolmente da Paese a Paese. Sulla performance hanno pesato i risultati non brillanti o inferiori alle aspettative di alcune economie asiatiche ed europee e le incertezze geopolitiche, acuite dall’annuncio dell’introduzione di dazi doganali da parte della nuova amministrazione statunitense. La crescita della Cina è stata inferiore alle aspettative: l’aumento delle esportazioni nette ha compensato solo in parte un rallentamento dei consumi, a cui si sono aggiunti la protratta crisi del mercato immobiliare e la persistente bassa fiducia dei consumatori. Nell'area dell'euro la crescita ha continuato a essere modesta: nel 2024 si è registrato +0,8% del PIL, mentre nel quarto trimestre 2024 l’Eurozona ha registrato una crescita zero rispetto al trimestre precedente, quando invece il Pil era aumentato dello 0,4%. L’inflazione su base mensile si è attestata al 2,5% a gennaio 2025, in rialzo rispetto a dicembre (2,4%), secondo quanto emerge dalla stima di Eurostat. Secondo le stime preliminari in Germania2 nel quarto trimestre 2024 il PIL è calato rispetto al trimestre precedente (-0,1%). Di conseguenza si è registrato il segno meno anno su anno (-0,2%), dopo che già nel 2023 il PIL era sceso dello 0,3% rispetto all’anno precedente: si tratta della prima volta dal 2002-2003 che l’economia tedesca evidenzia una contrazione per due anni consecutivi. Gli investimenti in macchinari sono diminuiti del 5,5% (anno su anno) che, ad esclusione del 2020, rappresenta il calo maggiore dalla crisi finanziaria del 2009. Le cause della diminuzione sono state attribuite al livello dei tassi di interesse, alle spinte inflazionistiche, all’eccesso di burocrazia, alla debole domanda mondiale e alla crescente competizione industriale. Segnali positivi dai consumi privati, che nel 2024 hanno segnato +0,4% anno su anno, in ripresa dopo il calo del 2023 (-0,4%): il rallentamento dell’inflazione e l’incremento dei salari hanno contribuito a questa tendenza positiva. 1 IMF; World Economic Outlook Update, Gennaio 2025. 2 Consensus Forecast, Febbraio 2025. Bilancio Annuale 2024 14
In Italia3 si è registrata una crescita modesta nel primo semestre 2024, non confermata nel secondo semestre, dove la crescita è stata pari a zero; di conseguenza nel 2024 il PIL è cresciuto dello 0,5% su base annua. L’indice destagionalizzato della produzione industriale a dicembre è sceso del 3,1% rispetto a novembre e del 6,9% rispetto a dicembre 2023, determinando un calo per il 2024 del 3,4%. Nel 2024 l’export ha registrato una lieve flessione su base annua (-0,4%) attestandosi a 623,5 miliardi €4. Le esportazioni di preziosi e strumenti medici (+19,6%), articoli farmaceutici (+9,5%) e alimentari e bevande (+7,9%) hanno fornito significativi contributi positivi. A fronte di un calo dell’export verso i Paesi Ue (-1,9%), si è registrato un rialzo verso quelli extra-Ue (+1,2%). Il surplus commerciale ha sfiorato i 55 miliardi di euro, grazie al sostegno dell’area extra-Ue. Ad aprile 2025 gli Stati Uniti hanno introdotto dazi reciproci con molti Paesi, poi sospesi5, ad eccezione di quelli in essere con la Cina. Il clima di incertezza e sfiducia si riflette sulle previsioni del commercio mondiale: secondo il WTO6 nel 2024 il commercio mondiale di merci ha registrato un aumento del 2,9% ma, in base alle stime più recenti (aprile 2025), il volume del commercio mondiale di merci dovrebbe diminuire dello 0,2% nel 2025, quasi tre punti percentuali in meno rispetto a quanto previsto in uno scenario di base “a basse tariffe”. Se la situazione dovesse peggiorare, il commercio potrebbe ridursi ulteriormente, fino a -1,5% nel 2025. Si prevede che anche il commercio di servizi, sebbene non direttamente soggetto a tariffe, subirà un impatto negativo: il volume globale degli scambi di servizi commerciali crescerà del 4,0%, più lentamente del previsto. 3 Consensus Forecast, Febbraio 2025; Congiuntura Flash Centro Studi Confindustria, Gennaio 2025 4 SACE, febbraio 2025 5 Al momento della stesura di questo testo i dazi reciproci, entrati in vigore il 2 aprile 2025, sono stati sospesi dall’amministrazione Trump per un periodo di 90 giorni 6 WTO, Global Trade Outlook and Statistics, 2025 7 Statistiche storiche e stime per le previsioni sul commercio, WTO. I dati per il 2025 e il 2026 sono proiezioni Volume degli scambi mondiali di merci 2019-20267 120 115 110 105 100 95 90 Baseline Forecast Adjusted Forecast 2019 2020 2021 2022 2023 2024 2025 2026 Index, 2019=100 15 Introduzione Dichiarazione di sostenibilità Relazione sulla Gestione Bilancio al 31.12.2024 Nota Integrativa Relazione del Collegio dei revisori Relazione della Società di revisione Bilancio consolidato al 31.12.2024 Prospetti contabili consolidati Nota illustrativa Relazione della Società di revisione
Settore fieristico Nel 2024 il mercato fieristico mondiale ha registrato nel suo complesso performance positive: secondo il sondaggio condotto da UFI8 in tutti i continenti si è eguagliato o superato il livello di superfici affittate nel 2019. Anche il fatturato ha mostrato un’evoluzione positiva: su questo incremento, mediamente superiore all’incremento dei metri quadrati, potrebbero incidere da un lato una diversificazione delle fonti di ricavo e dall’altro una spinta inflazionistica tuttora presente. Più dell’80% delle aziende che ha partecipato all’indagine, inoltre, ha registrato un incremento degli utili rispetto al 2023. Il dato disaggregato a livello continentale evidenzia alcune differenze: l’Europa cresce meno rispetto alla media sia in termini di ricavi generati che di aree locate: queste ultime sono sostanzialmente stabili rispetto al 2023; al contrario in Asia le superfici aumentano più della media complessiva, ma il fatturato cresce a un tasso inferiore; la tendenza in Nord America è in linea con il dato globale. In Centro e Sud America e Africa e Medio Oriente gli incrementi sono significativi per entrambi gli indicatori, ma queste aree geografiche occupano una quota ancora contenuta del mercato complessivo, pur registrando negli ultimi anni significativi investimenti nelle strutture e nell’attrazione di manifestazioni. L’attività nei principali Paesi fieristici europei ha mostrato un andamento generalmente positivo rispetto al periodo precedente: la Germania rappresenta il maggiore mercato fieristico europeo ma nel 2023 le aree locate erano ancora sotto i livelli raggiunti nel 2019 e anche nel 2024, nonostante l’incremento in tutti i principali indicatori determinato dalla ciclicità favorevole negli anni pari, le superfici locate sono ancora sotto la soglia raggiunta nel periodo pre-Covid. La Spagna segna una netta ripresa, tanto che già nel 2023 aveva raggiunto i livelli di aree locate nel 2019, mentre il 2024 si chiude con una sostanziale stabilizzazione. Nel 2023 il mercato francese non aveva ancora raggiunto i livelli di attività pre-pandemia e il 2024 si conferma stabile rispetto all’anno precedente. L’andamento del mercato fieristico francese è quello tipico di un mercato maturo caratterizzato da una netta distinzione tra manifestazioni fieristiche internazionali, più dinamiche, organizzate prevalentemente a Parigi, e una molteplicità di fiere di livello prevalentemente nazionale organizzate in diverse città di medie dimensioni distribuite su tutto il territorio nazionale. Per l’Italia gli indicatori confermano la tendenza positiva registrata a partire dal 2022, mostrando una leggera crescita rispetto al 2023, ma l’incremento non è così significativo da compensare i cali del 2020 e 2021: le aree locate sono ancora sotto la soglia raggiunta nel 2019, anche se di poco. 8 Ufi– The Global Association of the Exhibition Industry - Global Barometer, Febbraio 2025. 9 Elaborazioni Studi e Sviluppo, Fondazione Fiera Milano su dati Euro Fair Statistics, GIPR, UFI. Metri quadri affittati in fiere internazionali9 8.000.000 7.000.000 6.000.000 5.000.000 4.000.000 3.000.000 2.000.000 1.000.000 0 2019 2020 2021 2022 2023 2024F Italia Francia Germania Spagna Bilancio Annuale 2024 16
Settore congressuale e degli eventi Il settore degli eventi si conferma resiliente in ogni parte del mondo. È quanto afferma Events Industry Council10, che nella sua analisi considera come indicatori di performance sia l’attività di RFP (Request for proposal), ossia le richieste di proposte da parte di meeting planner alle sedi, che il numero di notti di occupazione da parte di gruppi (oggetto di tariffe negoziate nell’ambito dell’organizzazione di eventi business). Entrambi gli indicatori nel corso del 2024 hanno sfiorato i livelli del 2019, in crescita rispetto al dato 2023. Global DMC Partners11 (network di Destination Management Companies) ha condotto un sondaggio tra meeting planner a livello globale da cui emerge che il budget a disposizione per l’organizzazione di eventi nel 2024 si è mantenuto stabile per il 45% dei meeting planner, mentre il 39% ha dichiarato un incremento e il 16% è stato costretto a ridurre il budget a disposizione. Purtroppo, però in molti casi la revisione al rialzo dei budget è determinata dall’incremento dei costi per hotel, catering, voli aerei, servizi audio/video, più che da una maggiore disponibilità di risorse da destinare alla creatività degli eventi. Nel settore dei congressi e degli eventi, il segmento di maggior interesse per il gruppo Fiera Milano è rappresentato dagli eventi organizzati da associazioni e da singole aziende, con più di 1.000 partecipanti svoltisi in Europa. Per questo Fondazione Fiera Milano nel 2019 ha incaricato ASERI (Alta Scuola di Economia e Relazioni internazionali) dell’Università Cattolica di analizzare questo segmento, un insieme articolato che comprende conferenze, anche con una rilevante parte espositiva, e i congressi, promossi dalle associazioni12. In Europa nelle 337 città prese in esame dalla ricerca, gli eventi in presenza o ibridi stimati sono stati pari a 3.072 nel 2024 (+6% rispetto al 2023 e +17% rispetto al 2019). Da segnalare che nel 2024 gli eventi corporate di grandi dimensioni, che avevano ripreso a crescere nel 2022, sono di fatto tornati al livello registrato nel 2019, con un incremento del 13% rispetto al 2023. Negli ultimi anni gli eventi corporate hanno subito alcune importanti trasformazioni, come l’adozione di formati innovativi, incentrati su piattaforme digitali con tecnologie webcast di altissima qualità, oppure vicini alle modalità di realizzazione dei festival cittadini, utilizzando nuove location in ampi spazi all’aperto o in arene con allestimenti tipici di concerti e spettacoli dal vivo. 10 Events Industry Council Global Business Events Barometer Q4 2024. 11 Global DMC Partners Q3 2024 Meetings & Events Pulse Survey Report. 12 ASERI, L’analisi dei grandi eventi associativi e aziendali in Europa nel 2024, 2025. 17 Introduzione Dichiarazione di sostenibilità Relazione sulla Gestione Bilancio al 31.12.2024 Nota Integrativa Relazione del Collegio dei revisori Relazione della Società di revisione Bilancio consolidato al 31.12.2024 Prospetti contabili consolidati Nota illustrativa Relazione della Società di revisione
Sono state identificate 110 città che hanno ospitato l’84% degli eventi in presenza o ibridi, ossia 2.564. Tra queste città ne emergono 9 che hanno ospitato almeno 60 eventi (mediamente 107 ciascuna): al primo posto di colloca la regione di Parigi (226 eventi), seguita da Londra (154), Berlino (102) e Barcellona (101). Milano è al quinto posto con 98 eventi, mentre le altre posizioni sono occupate da Madrid, Roma, Amsterdam, Vienna. 13 ASERI, L’analisi dei grandi eventi associativi e aziendali in Europa nel 2024, 2025. La concentrazione degli eventi nei 5 gruppi di città che hanno ospitato almeno un evento in presenza o ibrido nel 202413 1.200 1.100 1.000 900 800 700 600 500 400 300 200 100 0 1-20 21-40 41-60 >60 Totale eventi con almeno 1.000 partecipanti Numero di eventi per ciascuna città 4 città 9 città 106,6 50,3 21 città 29,0 76 città 10,1 Numero medio di eventi per città Bilancio Annuale 2024 18
Rispetto al 2023 le prime città classificate per numero di eventi non cambiano e anche le posizioni rimangono sostanzialmente invariate, con le sole eccezioni di Madrid e Amsterdam che guadagnano una posizione a scapito rispettivamente di Roma e Vienna. Nella seconda parte della classifica si registrano più cambiamenti: Firenze e Manchester guadagnano 5 posizioni, collocandosi pari merito al diciassettesimo posto; Monaco di Baviera sale al 14° posto (+3 rispetto al 2023). Tra le città che hanno peggiorato il proprio posizionamento è possibile citare Francoforte (-5, dal 19° al 24° posto) e Lione (-8, dal 19° al 27° posto). Infine, i dati aggregati a livello di Paese mostrano una concentrazione di eventi nei primi 15 Paesi pari all’88% di quelli stimati sul totale dei Paesi analizzati: la Francia si colloca al primo posto con 429 eventi stimati complessivamente, seguita da Germania (403), Italia (397), Spagna (356) e Regno Unito (311). All’interno dei Paesi il peso delle città top è molto diverso: in Francia e nel Regno Unito l’attività si concentra prevalentemente a Parigi e Londra, che rappresentano il 50% del numero di eventi dei rispettivi Paesi; mentre in Germania Spagna e Italia le principali città ospitano circa un quarto del totale degli eventi. Previsioni per il futuro e trend emergenti L’imprevedibilità delle decisioni prese dall’amministrazione americana si ripercuote sul settore delle fiere, dei congressi e degli eventi. Rispetto ai sondaggi condotti alla fine del 2024, nei primi mesi del 2025 le risposte degli intervistati sono più improntate all’incertezza14: il 71% degli organizzatori intervistati si dichiara ottimista circa l’andamento dell’attività nel 2025 (contro il 78% delle rilevazioni di ottobre 2024), mentre cresce la percentuale di chi mantiene un atteggiamento neutrale e non sa se le condizioni saranno favorevoli o negative (era il 13% nel Q4 ma è salito al 18% nel Q1 2025). Cala la percentuale di chi prevede per il 2025 un incremento del budget a disposizione, passando dal 71% nel Q4 al 66% nella prima rilevazione del 2025. A incidere su questo aspetto è l’aumento dei costi per l’organizzazione degli eventi, aggravato dal rischio di incremento dell’inflazione determinato dall’imposizione dei dazi. Da un affondo sui dati di diverse aree geografiche15 emerge un peggioramento del sentiment in Nord America: la percentuale di chi si dichiara ottimista sull’evoluzione del mercato passa dal 47% di marzo 2024 al 18% di marzo 2025. Anche nell’area EMEA (Europe, Middle East, and Africa) gli ottimisti calano (dal 46% al 34%), mentre la regione APAC (Asia Pacifico) non sembra influenzata e gli ottimisti sono più della metà degli intervistati. In particolare, in Nord America, i fattori che potenzialmente hanno un impatto negativo sui meeting planner sono: il peggioramento delle prospettive economiche (65%), possibili tagli ai fondi a disposizione (56%), cambiamenti nelle politiche sociali – DEI, immigrazione, cambiamento climatico (53%), restrizioni nei viaggi e nella partecipazione dei delegati internazionali (51%). Nonostante le preoccupazioni, le macchine organizzative vanno avanti: la percentuale di chi sta pianificando nuovi eventi o è nella fase organizzativa è in linea con i dati dell’anno scorso e gli eventi continuano ad essere percepiti come momenti preziosi di confronto e networking. Secondo il sondaggio condotto da UFI16 alla fine del 2024 l’attività fieristica nel 2025 proseguirà il percorso di crescita: le aziende che hanno risposto al sondaggio prevedono un andamento positivo dell’attività (mq), del fatturato e degli utili generati. Anche sulla performance del settore pesano però sfide di portata più ampia rispetto ai confini del settore fieristico e non direttamente governabili dai player del settore: in un arco temporale relativamente breve (12-18 mesi) i fattori più citati sono quelli legati allo stato dell’economia a livello nazionale (23% delle risposte), alle sfide geopolitiche (16%) agli sviluppi economici globali (15%). Considerando un arco temporale più ampio (3-5 anni) cambiano le priorità delle aziende: gli sviluppi economici globali salgono al primo posto dei fattori maggiormente citati (20% delle risposte), seguiti dalle sfide geopolitiche e dalla sostenibilità (entrambe al 15%). 14 MPI Meetings Outlook 2025 Q1 edition. 15 Northstar Meeting Group and Cvent, Marzo 2025. 16 UFI– The Global Association of the Exhibition Industry - Global Barometer, Febbraio 2025. 19 Introduzione Dichiarazione di sostenibilità Relazione sulla Gestione Bilancio al 31.12.2024 Nota Integrativa Relazione del Collegio dei revisori Relazione della Società di revisione Bilancio consolidato al 31.12.2024 Prospetti contabili consolidati Nota illustrativa Relazione della Società di revisione
Tra le sfide segnalate vengono citate anche quelle digitali, e UFI sceglie di focalizzare l’attenzione sull’intelligenza artificiale generativa, ossia l'utilizzo dell'IA per la creazione di nuovi contenuti, come testo, immagini, musica, audio e video: il 92% degli intervistati ritiene che avrà un impatto sul settore fieristico e diversi operatori dichiarano di utilizzarla già per alcune funzioni come vendite, marketing e relazioni con il cliente (54% contro il 37% della rilevazione di gennaio 2024), ricerca e sviluppo (49% contro il 35% dell’anno scorso), la produzione dell’evento (27% contro il 20% del 2024). Anche il settore della meeting industry più in generale si interroga sull’uso dell’intelligenza artificiale: da un’indagine condotta da Global DMC Partners tra i meeting planner17 emerge che il 57% degli intervistati usa l’IA con regolarità, in aumento rispetto al 30% del sondaggio condotto alla fine del 2023. In particolare, l’intelligenza artificiale è utilizzata a supporto della stesura di testi e creazione contenuti, nelle iniziative di marketing e comunicazione e nella fase di selezione della venue. La necessità di una transizione sostenibile e competitiva Cambiamenti climatici: i rischi per i sistemi economici e la risposta dell’Europa Il cambiamento climatico è una delle sfide più urgenti del nostro tempo. In Europa, le temperature medie aumentano rispetto ai livelli preindustriali a un ritmo superiore alla media globale, con un incremento di circa 1,94-1,99°C (vs. 1,11-1,14°C)18, insieme a una maggiore frequenza di eventi climatici estremi come ondate di calore, siccità e inondazioni. I danni sono significativi non solo per l’ambiente, ma anche per l’economia e la società. Solo tra il 2012 e il 2022, gli eventi climatici estremi hanno comportato in Europa perdite economiche per oltre 145 miliardi di euro19, con un aumento di quasi il 2% l'anno nell'ultimo decennio20. Tra il 1980 e il 2023, in EU gli eventi climatici estremi hanno generato perdite economiche stimate pari a €738 miliardi. Le alluvioni sono il fenomeno a maggiore impatto (44%), seguite da tempeste (es. fulmini e grandinate) che incidono per il 29%. Le ondate di calore, responsabili del 19% dei danni economici, hanno causato il 95% dei decessi legati a eventi climatici estremi. Infine, siccità, incendi boschivi e freddo hanno generato l’8% delle perdite totali. 17 Global DMC Partners Q4 2024 Meetings & Events Pulse Survey Report. 18 European Environment Agency, 2024. 19 World Economic Forum, 2022. 20 Eurostat, 2023. Climate-related economic losses by type of event (billion €) 25 20 15 10 5 0 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 Climatological events Total (30-year moving average) Meteorological events Hydrological events Bilancio Annuale 2024 20
Incrementare le misure di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici è più cruciale che mai. Nonostante le attuali misure, i ricercatori del Potsdam Institute for Climate Impact Research, hanno stimato che il PIL globale potrebbe ridursi del 20% entro il 2050 a causa dei cambiamenti climatici (del 10% in EU)21, con un danno ancora maggiore se gli obiettivi di riduzione delle emissioni non venissero raggiunti. Secondo queste stime, le perdite economiche annuali potrebbero arrivare a 35,6 trilioni di euro, un costo sei volte superiore rispetto a quello necessario per limitare l’aumento delle temperature medie globali sotto una soglia che consenta di evitagli gli effetti più negativi legati ai cambiamenti climatici22. L’emergenza climatica ha portato negli anni a un'accelerazione degli accordi e delle politiche internazionali sul clima, a partire dall'Accordo della COP21 di Parigi nel 2015. Primo trattato globale sul clima giuridicamente vincolante, l’Accordo punta a limitare l'aumento delle temperature medie globali sotto 1.5°C rispetto ai livelli preindustriali. Le Conferenze delle Parti (COP) che si sono tenute negli anni successivi, hanno ricercato soluzioni concrete per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, evidenziando l’importanza di una collaborazione globale e di finanziamenti adeguati. Con la pubblicazione del Green Deal nel 2019, l'Unione Europea (UE) ha definito ambiziosi traguardi per attivare la transizione ecologica delle nostre economie23. Si tratta di una strategia che punta a trasformare l'Europa nel primo continente a impatto climatico zero entro il 2050, riducendo del 55% le emissioni entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990. Il Patto prevede una serie di iniziative che spaziano dall’adozione di energie rinnovabili, soluzioni di efficientamento energetico, mobilità verde e la promozione di un'economia basata sui principi della circolarità. Inoltre, la strategia promuove la tutela delle risorse idriche, la salvaguardia della biodiversità e un'agricoltura sostenibile attraverso la strategia "Farm to Fork"24. Come indicato dal Clean Industrial Deal Europeo, per raggiungere questi obiettivi saranno necessari oltre 620 miliardi di euro aggiuntivi l'anno dal 2023 al 2030, pari al 3,7% del GDP EU del 202325. La cifra sale a €700 miliardi se si considera anche la Net-Zero Industry Act25F , introdotta per supportare lo sviluppo di tecnologie chiave necessarie alla transizione climatica. Se si guarda solo a energia, innovazione industriale, e trasporti, saranno necessari €480 miliardi l’anno rispetto al decennio precedente. Competitiveness Compass: la Strategia Europea per competitività e sostenibilità L’Europa si trova ad affrontare un aumento delle tensioni geopolitiche e della competizione tecnologica in un contesto di limitata crescita economica, il rilancio della competitività, anche attraverso la decarbonizzazione, rappresenta una fonte di sicurezza non solo economica ma anche politica. Nel 2024, i rapporti The Future of European Competitiveness di Mario Draghi e Much more than a Market di Enrico Letta, sottolineano come la transizione verso un'economia a basse emissioni, efficiente e circolare, sia fondamentale per garantire prosperità, resilienza e competitività. Questi documenti offrono un’analisi approfondita delle dinamiche economiche e regolatorie che influenzano il mercato EU, evidenziando i rischi e le sfide strutturali che potrebbero compromettere l’attrattività delle nostre economie in termini di investimenti. Partendo dal presupposto che l’Europa non può più fare affidamento su molti fattori che hanno sostenuto la sua crescita in passato, Mario Draghi27 analizza le sfide che l’industria e le aziende europee affrontano nel mercato globale attuale, individuando innovazione, decarbonizzazione e sicurezza come le tre aree di intervento per rilanciare una crescita sostenibile. 21 European Central Bank, 2024. 22 Kotz, M. Leverman, A&Wenz, L. The economic commitment of climate change, 2024. 23 Regolamento EU 2021/1119, 2023. 24 EU Green Deal, 2020. 25 European Commission, 2025. 26 Regolamento (UE) 2024/1735. 27 The future of European Competitiveness, 2024. 21 Introduzione Dichiarazione di sostenibilità Relazione sulla Gestione Bilancio al 31.12.2024 Nota Integrativa Relazione del Collegio dei revisori Relazione della Società di revisione Bilancio consolidato al 31.12.2024 Prospetti contabili consolidati Nota illustrativa Relazione della Società di revisione
Allo stesso modo, il rapporto di Enrico Letta sul futuro del Mercato Unico28 pone l’attenzione sulla necessità da un lato di sostenere e finanziarie la transizione verde e digitale e, dall’altro, di espandere il perimetro Europeo attraverso l’inclusione di nuovi Stati Membri nell’Unione rafforzando i livelli di sicurezza garantiti dalla difesa. Anche alla luce di queste raccomandazioni, nel 2025 la CE ha presentato il Competitiveness Compass29, una roadmap operativa che intende guidare la crescita e la competitività internazionale dell’Europa. La bussola identifica tre aree di intervento: • colmare il divario di innovazione, promuovendo un ambiente favorevole alle start-up e alle scaleup, attraverso una strategia dedicata che faciliti l'adozione di tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale e la robotica; • abilitare decarbonizzazione e competitività, affrontando l’instabilità dei prezzi energetici mediante un Piano d’Azione per l’energia accessibile e implementare un approccio competitivo alla riduzione delle emissioni; • aumentare la sicurezza e ridurre le dipendenze. Per la messa a terra di queste esigenze, la CE propone cinque attività trasversali: (i) semplificazione delle procedure amministrative per le imprese, (ii) riduzione delle barriere nel Mercato Unico, (iii) creazione di un'Unione del Risparmio e degli Investimenti per finanziare la competitività, (iv) promozione delle competenze e dei posti di lavoro di qualità, e (v) introduzione di uno strumento di coordinamento della competitività per allineare le politiche a livello Europeo e nazionale. Questa iniziativa rappresenta il primo passo significativo della Commissione nel mandato 2024-2029, con l'obiettivo di posizionare l'Europa come leader nell'innovazione e nella sostenibilità a livello globale. La relazione tra sostenibilità e competitività si inserisce in un quadro strategico in cui la crescita economica e la transizione si rafforzano reciprocamente, creando opportunità di crescita. L’Unione Europea è leader mondiale nello sviluppo di tecnologie pulite, con una posizione dominante in settori strategici come le turbine eoliche, gli elettrolizzatori e i carburanti a basso contenuto di carbonio. Più di un quarto delle tecnologie pulite e sostenibili a livello globale viene sviluppato in Europa, dimostrando l’elevato potenziale d’innovazione interno30. Tuttavia, affinché la decarbonizzazione non sia solo una necessità per il pianeta ma anche un motore di crescita, è necessario sviluppare un piano che coinvolga sia le industrie energetiche e abilitanti per la transizione, come clean tech e automotive. La capacità di creare una strategia coerente supportata da strumenti finanziari adeguati sarà determinante per trasformare la sostenibilità in un vantaggio economico e industriale31. Senza un sistema finanziario europeo più forte e orientato alla sostenibilità, la transizione rischia di rallentare, compromettendo non solo gli obiettivi climatici, ma anche la competitività di lungo periodo. Per questo motivo, in linea con le raccomandazioni del Report Much more than a Market, la CE intende istituire una Savings and Investment Union che punti a mobilitare risorse per progetti sostenibili e accelerare l’adozione di tecnologie pulite. Inoltre, l’European Competitiveness Fund (ECF) mira a razionalizzare e integrare i programmi a gestione centralizzata – tra cui Horizon Europe, Innovation Fund, InvestEU, EU4health e European Defence Fund – per co-finanziarie i c.d. Important Projects of Common European Interest (IPCEI) e sostenere la leadership tecnologica e industriale dell’UE. A conferma della centralità della Finanza Sostenibile, nel 2025 la European Banking Authority (EBA) si è impegnata nell’integrazione dei rischi ESG nei quadri di riferimento relativi credito, mercato, operazioni e liquidità, con l’obiettivo di rafforzare la solidità del sistema finanziario europeo di fronte alle sfide della transizione32. 28 Much more than a market, 2024. 29 A Competitiveness Compass for the EU, 2025. 30 Ibid. 31 The future of European Competitiveness, 2024. 32 European Banking Authority, 2025. Bilancio Annuale 2024 22
La transizione ecologica e digitale, e la sicurezza energetica richiedono investimenti tra il 4% e il 5% del PIL EU ogni anno, pari a circa 750-800 miliardi di euro33. Diventa essenziale semplificare l’accesso ai finanziamenti pubblici e privati, rendendo le risorse economiche più efficaci e competitive a livello globale. Per raggiungere queste ambizioni ambientali e industriali, è essenziale che gli investitori possano contare su un quadro normativo stabile e su dati affidabili, comparabili e di alta qualità. Competitività e decarbonizzazione devono procedere di pari passo, ma per realizzare questa visione è essenziale semplificare il quadro normativo. Un sistema regolatorio più efficiente e chiaro consente alle imprese di innovare, investire e crescere, accelerando la transizione e rafforzando l’Europa nello scenario globale. 33 The future of European Competitiveness, 2024. 23 Introduzione Dichiarazione di sostenibilità Relazione sulla Gestione Bilancio al 31.12.2024 Nota Integrativa Relazione del Collegio dei revisori Relazione della Società di revisione Bilancio consolidato al 31.12.2024 Prospetti contabili consolidati Nota illustrativa Relazione della Società di revisione
Fondazione Fiera Milano Missione e obiettivi Da oltre vent’anni, Fondazione Fiera Milano contribuisce allo sviluppo economico del territorio e del Paese, favorendo l’organizzazione di manifestazioni fieristiche e congressuali e promuovendo la realizzazione di iniziative a carattere sociale, culturale e scientifico. Soggetto di diritto privato senza fini di lucro, Fondazione detiene la maggioranza azionaria di Fiera Milano Spa, è proprietaria del quartiere fieristico fieramilano e del centro congressi Allianz Mico, uno dei più grandi d’Europa. Le fiere sono un importante strumento di politica industriale a sostegno della crescita e dell’internazionalizzazione delle imprese e delle filiere strategiche in cui si inseriscono. Fiera Milano è il luogo in cui le imprese hanno l’opportunità di incontrare mercati nuovi, soprattutto esteri, e la concorrenza, spesso leader di settore: una leva di ispirazione e innovazione essenziale per la crescita. Fondazione ha reso ancora più competitivo e attrattivo il sistema fieristico-congressuale milanese, con la costruzione di fieramilano a Rho e dell’Allianz MiCo a Milano. Nel tempo, la sua missione si è estesa oltre lo sviluppo economico del territorio, includendo aspetti sociali, culturali e scientifici, un impegno che si concretizza anche attraverso le attività del Centro Studi, dell’Accademia e dell’Archivio Storico. Gli interventi di Fondazione si articolano attorno a quattro direttrici strategiche. Azionista propositivo Fondazione si fa carico dello sviluppo del sistema fieristico-congressuale milanese, per accrescerne valore, competitività e riconoscimento internazionale, anche attraverso investimenti nella transizione ecologica e nell’innovazione digitale dei quartieri e con operazioni che creeranno presupposti per nuove opportunità di business per il Gruppo Fiera. Rigenerazione urbana Fondazione si impegna nella riqualificazione degli spazi nel quartiere storico cittadino, promuovendo trasformazioni urbanistiche di riconosciuta qualità architettonica, sociale, culturale. Il progetto ha l’obiettivo di valorizzare il quartiere fieristico milanese e il suo intorno, attraverso la costruzione di un polo della comunicazione, in cui RAI realizzerà il suo nuovo centro di produzione mediante lavori di allestimento di propria competenza, della formazione e dell’accoglienza, concentrando le attività fieristiche e congressuali nell’Allianz MiCo. Cultura e conoscenza Fondazione promuove e valorizza un ricco patrimonio di storia, arte, cultura e conoscenza. Il Centro Studi produce ricerche e analisi sul settore delle fiere, dei congressi e del mondo degli eventi, l’Accademia sostiene la creazione di figure professionali specializzate per il futuro del comparto, l’Archivio Storico custodisce e rende fruibile la storia della Fiera e del tessuto imprenditoriale italiano e, attraverso un Fondo dedicato, accresce il proprio patrimonio di arte moderna e contemporanea. Innovazione sociale Fondazione sostiene la comunità attraverso iniziative a forte impatto sociale, con l’obiettivo di ridurre le diseguaglianze, favorire l’inclusione e rafforzare il legame con il territorio, in collaborazione con Istituzioni pubbliche e mondo privato. Bilancio Annuale 2024 24
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