Rispetto al 2023 le prime città classificate per numero di eventi non cambiano e anche le posizioni rimangono sostanzialmente invariate, con le sole eccezioni di Madrid e Amsterdam che guadagnano una posizione a scapito rispettivamente di Roma e Vienna. Nella seconda parte della classifica si registrano più cambiamenti: Firenze e Manchester guadagnano 5 posizioni, collocandosi pari merito al diciassettesimo posto; Monaco di Baviera sale al 14° posto (+3 rispetto al 2023). Tra le città che hanno peggiorato il proprio posizionamento è possibile citare Francoforte (-5, dal 19° al 24° posto) e Lione (-8, dal 19° al 27° posto). Infine, i dati aggregati a livello di Paese mostrano una concentrazione di eventi nei primi 15 Paesi pari all’88% di quelli stimati sul totale dei Paesi analizzati: la Francia si colloca al primo posto con 429 eventi stimati complessivamente, seguita da Germania (403), Italia (397), Spagna (356) e Regno Unito (311). All’interno dei Paesi il peso delle città top è molto diverso: in Francia e nel Regno Unito l’attività si concentra prevalentemente a Parigi e Londra, che rappresentano il 50% del numero di eventi dei rispettivi Paesi; mentre in Germania Spagna e Italia le principali città ospitano circa un quarto del totale degli eventi. Previsioni per il futuro e trend emergenti L’imprevedibilità delle decisioni prese dall’amministrazione americana si ripercuote sul settore delle fiere, dei congressi e degli eventi. Rispetto ai sondaggi condotti alla fine del 2024, nei primi mesi del 2025 le risposte degli intervistati sono più improntate all’incertezza14: il 71% degli organizzatori intervistati si dichiara ottimista circa l’andamento dell’attività nel 2025 (contro il 78% delle rilevazioni di ottobre 2024), mentre cresce la percentuale di chi mantiene un atteggiamento neutrale e non sa se le condizioni saranno favorevoli o negative (era il 13% nel Q4 ma è salito al 18% nel Q1 2025). Cala la percentuale di chi prevede per il 2025 un incremento del budget a disposizione, passando dal 71% nel Q4 al 66% nella prima rilevazione del 2025. A incidere su questo aspetto è l’aumento dei costi per l’organizzazione degli eventi, aggravato dal rischio di incremento dell’inflazione determinato dall’imposizione dei dazi. Da un affondo sui dati di diverse aree geografiche15 emerge un peggioramento del sentiment in Nord America: la percentuale di chi si dichiara ottimista sull’evoluzione del mercato passa dal 47% di marzo 2024 al 18% di marzo 2025. Anche nell’area EMEA (Europe, Middle East, and Africa) gli ottimisti calano (dal 46% al 34%), mentre la regione APAC (Asia Pacifico) non sembra influenzata e gli ottimisti sono più della metà degli intervistati. In particolare, in Nord America, i fattori che potenzialmente hanno un impatto negativo sui meeting planner sono: il peggioramento delle prospettive economiche (65%), possibili tagli ai fondi a disposizione (56%), cambiamenti nelle politiche sociali – DEI, immigrazione, cambiamento climatico (53%), restrizioni nei viaggi e nella partecipazione dei delegati internazionali (51%). Nonostante le preoccupazioni, le macchine organizzative vanno avanti: la percentuale di chi sta pianificando nuovi eventi o è nella fase organizzativa è in linea con i dati dell’anno scorso e gli eventi continuano ad essere percepiti come momenti preziosi di confronto e networking. Secondo il sondaggio condotto da UFI16 alla fine del 2024 l’attività fieristica nel 2025 proseguirà il percorso di crescita: le aziende che hanno risposto al sondaggio prevedono un andamento positivo dell’attività (mq), del fatturato e degli utili generati. Anche sulla performance del settore pesano però sfide di portata più ampia rispetto ai confini del settore fieristico e non direttamente governabili dai player del settore: in un arco temporale relativamente breve (12-18 mesi) i fattori più citati sono quelli legati allo stato dell’economia a livello nazionale (23% delle risposte), alle sfide geopolitiche (16%) agli sviluppi economici globali (15%). Considerando un arco temporale più ampio (3-5 anni) cambiano le priorità delle aziende: gli sviluppi economici globali salgono al primo posto dei fattori maggiormente citati (20% delle risposte), seguiti dalle sfide geopolitiche e dalla sostenibilità (entrambe al 15%). 14 MPI Meetings Outlook 2025 Q1 edition. 15 Northstar Meeting Group and Cvent, Marzo 2025. 16 UFI– The Global Association of the Exhibition Industry - Global Barometer, Febbraio 2025. 19 Introduzione Dichiarazione di sostenibilità Relazione sulla Gestione Bilancio al 31.12.2024 Nota Integrativa Relazione del Collegio dei revisori Relazione della Società di revisione Bilancio consolidato al 31.12.2024 Prospetti contabili consolidati Nota illustrativa Relazione della Società di revisione
RkJQdWJsaXNoZXIy MTI4OTY=