IN MOSTRA ALL’URBAN CENTER DI MILANO I PROGETTI DEL NUOVO MILANO CONVENTION CENTER A FIERAMILANOCITY E DEL CENTRO DIREZIONALE ADIACENTE FIERAMILANO RHO
Milano, 12 gennaio 2009 - I plastici della trasformazione dei padiglioni 5-6 di Fieramilanocity (Portello), progettata dallo stesso di Mario Bellini per accogliere il nuovo Mic - Milano Convention Center - entro il 2010, e dei sei progetti che hanno partecipato alla gara per la realizzazione del nuovo centro direzionale di Fieramilano vicino alla nuova fiera sono i protagonisti della mostra Milano. La cultura dello scambio ispira l’architettura, inaugurata all’Urban Center del Comune di Milano in Galleria Vittorio Emanuele. La mostra rimarrà aperta fino al prossimo 13 febbraio con orario continuato dalle 10.00 alle 19.00
Alla presentazione sono intervenuti Carlo Masseroli, Assessore allo Sviluppo del Territorio del Comune di Milano, Luigi Roth, Presidente Fondazione Fiera Milano, Alfredo Spaggiari, Responsabile Urban Center Milano, insieme agli architetti Alfonso Femia (5+1AA) e Jean Baptiste Pietri, (Pietri Architects), che hanno firmato il progetto vincitore del centro direzionale, e Mario Bellini (Mario Bellini Architects) per il Portello.
“Milano e il suo hinterland - ha sottolineato Luigi Roth - cambiano sotto la spinta di una rinascita urbanistica che è nata dalla collaborazione tra istituzioni e grandi committenti e che vede il coinvolgimento dei migliori studi di architettura italiani e internazionali. Una rinascita che razionalizza e rifunzionalizza spazi di vita e di lavoro, apre aree e raggi verdi, crea nuova bellezza. I progetti in mostra all’Urban Center costituiscono due interventi-simbolo di questo, generati dalla “cultura dello scambio”che la Fiera promuove da sempre su questo territorio. Con la riqualificazione del Portello daremo a Milano il più grande centro congressi d’Europa; con il centro direzionale che sorgerà accanto al nuovo quartiere fieristico di Rho non solo raduneremo le nostre società oggi sparse in varie sedi, ma completeremo la rivitalizzazione di un’area che fino a qualche anno fa era dimessa e inquinata e che oggi è uno snodo nevralgico del sistema economico del Paese, nonché un vero e proprio “parco delle architetture”.