Il Nuovo Sistema Fieristico Milanese: piattaforma di lancio dell'economia lombarda

Milano, 21 giugno 2004. L’economia che passa da Fiera Milano è uno specchio dell’economia lombarda, oltre che nazionale. Ed è anche un luogo privilegiato di osservazione sui punti di forza, le aree di miglioramento e i segnali di innovazione del mercato, pur deboli, ma già indicativi. Lo ha affermato Luigi Roth, presidente di Fondazione Fiera Milano nel suo intervento tenuto nel corso della presentazione delle Note sull’andamento dell’economia lombarda nel 2003, a cura di Banca d’Italia, che si è svolto oggi presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Nel corso della sessione L’evoluzione dell’economia lombarda: fattori congiunturali e strutturali, Luigi Roth ha presentato il punto di vista di Fondazione Fiera Milano, principale operatore economico lombardo. Fondazione Fiera Milano è un grande Gruppo che controlla Fiera Milano Spa e le sue 12 società, Sviluppo Sistema Fiera Spa, società di engineering e contracting per grandi opere, e che possiede altre partecipazioni minori.

Il sistema fieristico milanese è una piattaforma di lancio per l’economia nazionale e regionale, perché fornisce all’impresa manifatturiera italiana la possibilità di esporsi al mercato internazionale. Da un lato, quindi, si pone come gateway dell’economia, dove si consolidano i settori di eccellenza in Lombardia (meccanica-tessile-arredamento); dall’altro è il luogo dove si incontrano e si arricchiscono le diverse culture d’impresa.

La Fiera è, inoltre, il luogo dove nascono fenomeni innovativi: il vero core business dell’economia dello scambio.

Dal 2000, nella sua nuova natura statutaria, Fondazione Fiera Milano si mette in gioco nella realizzazione privata e autofinanziata di una grande infrastruttura per il Paese. Un sistema fieristico bipolare tra i più grandi al mondo, che, con il Nuovo Polo di Rho-Pero, completato per oltre il 60%, ha un ruolo primario nell’economia regionale e nazionale.

Dalle rilevazioni del Servizio Studi di Fondazione Fiera Milano sull’economia della Fiera, emergono due considerazioni di rilievo: la prima considerazione riguarda il rapporto tra innovazione e tipologia di settori espositivi, italiani e lombardi. In Fiera Milano passano quattro tipologie di espositori: i tradizionali, la meccanica strumentale e i settori basati sulla scienza – entrambi ritenuti innovativi - e infine i settori ad alta intensità di scala (tradizionalmente non fieristici).

  • Tra gli espositori italiani, il 2,5% è composto da settori non fieristici, il 44,2% da settori tradizionali mentre gli innovativi totalizzano il 31,4% per la meccanica strumentale e il 21,9% per i settori basati sulla scienza. Un dato superiore alla media italiana.
  • Ancora più positivi i dati relativi agli espositori lombardi dei settori innovativi, ovvero la meccanica strumentale e i settori basati sulla scienza, che aumentano la loro presenza in Fiera, sempre oltre la media nazionale.

Sono proprio questi ultimi cui la nuova piattaforma fieristica guarda con attenzione, anche perché nei settori tradizionali il posizionamento della Regione Lombardia è fortemente consolidato (44,2%).

La seconda considerazione importante, è che gli espositori italiani hanno comunque un livello di innovazione inferiore rispetto a quelli europei ed extraeuropei, e sono più prudenti nell’introdurre innovazione nell’impresa.

Da queste osservazioni nasce la risposta alla domanda sul perché realizzare un sistema fieristico nuovo: non è importante soltanto per dimensioni e caratteristiche, ma anche perché muove un indotto sul territorio e un processo parallelo di infrastrutturazione che può certamente contribuire ad accelerare il processo di crescita della Regione e del Paese. Conclude Roth: Questa la filosofia che abbiamo portato avanti con Fondazione Fiera Milano, che è un nodo di rete determinante nell’economia lombarda e che oggi, anche a livello-Paese, rappresenta un modello cui ispirarsi.