Presentato il primo rapporto annuale di Fondazione Fiera Milano. Un’aerodinamica del calabrone per l’economia italiana

Milano, 22 settembre 2008 - Il Made in Italy guarda con moderata fiducia al proprio futuro, continua a investire in innovazione, ha una visione più prudente dell’economia del Paese, ma che volge al positivo per l’inizio del 2009. È questo, in sintesi, il quadro che emerge dal primo Rapporto Annuale di Fondazione Fiera Milano, presentato oggi a Milano nell’ambito della Apertura dell’Anno Fieristico 2008-2009.

Il Rapporto basa le sue analisi sull’Osservatorio Economico e Territoriale di Fondazione Fiera Milano, una banca dati costruita a partire dal 2000 che oggi contiene oltre 73 mila osservazioni e cresce costantemente grazie alle 10 mila interviste annue ad aziende espositrici presso la Fiera di Milano (5 mila), a visitatori (4 mila) e a consumatori (mille).

L’analisi presentata in questo primo Rapporto si è concentrata su tre settori trainanti del made in Italy, Arredamento, Moda e Meccanica Strumentale, prendendo in esame le aziende espositrici alle circa 40 manifestazioni della Fiera di Milano. Un campione particolarmente interessante, perché essendo costituito per quasi l’80% da aziende con meno di 50 dipendenti, offre uno spaccato significativo di quella piccola e media impresa italiana che trova poco spazio nelle rilevazioni ufficiali.

“Pur non volendo ambire a rappresentare l’intero Sistema Italia” sottolinea Enrica Baccini, Responsabile dell’Ufficio Studi della Fondazione, che per questo lavoro ha coordinato un articolato e multidisciplinare pool di Ricercatori dell’Università Cattolica e dell’Università Bocconi, “le aziende espositrici dei settori selezionati rappresentano un campione estremamente significativo sia per numero, sia per distribuzione territoriale, sia per capacità di cogliere i trend delle principali variabili di performance aziendale. Per questo crediamo possa offrire utili indicazioni, anche metodologiche, per una più puntuale interpretazione dello stato di salute, ma anche dei possibili trend evolutivi, della nostro sistema economico”.

Partendo dallo straordinario patrimonio informativo contenuto nell’Osservatorio Economico Territoriale della Fiera di Milano, infatti, il team di studiosi che ha realizzato il Rapporto ha elaborato alcuni indicatori innovativi, semplici e composti, che possono offrire anche dal punto di vista interpretativo un prezioso strumento per ulteriori indagini.

Gli indicatori riguardano la Self Confidence (ovvero la percezione che gli imprenditori dei tre settori considerati hanno della propria azienda, che a livello aggregato diventa una percezione sul settore); l’Impegno all’innovazione; l’Italy Confidence (ovvero il sentiment e la percezione più generale dell’economia italiana da parte di tutte le aziende presenti nell’Osservatorio Economico e Territoriale.

Self Confidence e Impegno all’innovazione sono poi stati analizzati in combinazione, ricavandone un’originale rappresentazione del cosiddetto spazio dell’imprenditorialità: è infatti l’imprenditore colui che - esaminati i dati rilevanti a sua disposizione circa l’andamento del proprio business, del settore in cui opera e dell’ambiente macro-economico di riferimento (sicuramente quello nazionale, ma sempre più anche quello europeo e mondiale) - matura aspettative sul futuro sintetizzabili nel suo grado di fiducia. A partire da queste deve prendere decisioni, in particolare rispetto alle risorse da investire nelle attività finalizzate all’innovazione, che determinano le performance della sua impresa non solo nell’immediato futuro, ma anche nel medio periodo.

L’analisi combinata quanti-qualitativa di questi indicatori conferma una condizione economica generale che, parafrasando una fortunata formula utilizzata un decennio fa da Fabrizio Galimberti e Luca Paolazzi, sempre più sembra emulare il volo del calabrone: a sentire le leggi della fisica, l’economia italiana, come il calabrone, non dovrebbe poter volare e nemmeno alzarsi da terra. E invece vola, a volte anche più di altri sistemi la cui aerodinamica sembra migliore.

“Per la sua secolare storia di ‘vetrina’ dell’economia italiana di eccellenza” ha sottolineato Luigi Roth, Presidente della Fondazione Fiera Milano, aprendo i lavori della giornata “e per la costante corrispondenza tra tipologia di manifestazioni ospitate in Fiera e struttura del sistema economico italiano, l’osservazione del mondo imprenditoriale che oggi la Fiera di Milano offre all’attenzione di tutti, attraverso il primo Rapporto Annuale, mi pare significativamente rappresentativa di alcune caratteristiche e tendenze dell’economia del nostro Sistema Paese.

“Mi piace anche aggiungere, e di questo ringrazio vivamente tutti gli studiosi e i ricercatori che si sono impegnati nella progettazione e nella realizzazione del Rapporto, che lo studio non si limita a offrire una fotografia - che per quanto aggiornata e approfondita rischierebbe comunque l’inevitabile staticità delle immagini - ma offre almeno altri due preziosi elementi, al contrario, di dinamismo: da un lato, il quadro prospettico e tendenziale; dall’altro, un approccio metodologico che, combinando metodo statistico-quantitativo e interpretativo-qualitativo, ha permesso di elaborare indicatori di indubbia originalità che, ci auguriamo, possano costituire un utile benchmark per chi volesse ulteriormente esplorare la materia”.

“Studiosi, osservatori, operatori” ha concluso Roth “sono ormai unanimi nel considerare Fiera Milano come autorevole piattaforma di lancio per l’economia nazionale, prevalentemente manifatturiera, poiché consente alle piccole e medie imprese italiane la possibilità di esporsi ai mercati internazionali e di scambiare o acquisire conoscenze uniche. Il nostro auspicio è che, a partire dal primo Rapporto Annuale, la Fiera possa altrettanto unanimemente essere considerata come fonte qualificata e autorevole di strumenti di informazione e di analisi dello stato di salute della nostra economia, dei suoi punti di forza e, perché no, dei suoi punti di debolezza; del suo sentiment e delle sue aspettative, dei suoi possibili trend evolutivi. Per parte nostra ci sentiamo in dovere di dare questo contributo, e siamo lieti di condividere il nostro patrimonio di dati e di studi”.