La Fiera, motore di sviluppo per l’economia, le professioni, il territorio
Presentata l’Enciclopedia della Trasformazione, quattro ricerche realizzate da Fondazione Fiera Milano e le principali università milanesi per “leggere” i cambiamenti legati alla nascita del Nuovo Polo di Fiera Milano.
Rho, 3 novembre 2005 – Si chiama “Enciclopedia della Trasformazione” e raccoglie in un cofanetto le ricerche realizzate per analizzare la trasformazione del territorio Rhodense e dell'intera Lombardia dato l’insediamento del Nuovo Polo di Fiera Milano. L’Enciclopedia è stata curata dal Servizio Studi di Fondazione Fiera Milano in collaborazione con le Università Luigi Bocconi e Milano-Bicocca, il Consorzio AASTER, l’Istituto di ricerca Il Poliedro ed è edita da Libri Scheiwiller.
Composta da quattro quaderni e da un ricco cd di immagini fotografiche, l’Enciclopedia rappresenta la naturale prosecuzione della collana “I Quaderni di Fondazione Fiera Milano”, e viene presentata questa sera alle 21.00 alla Villa Burba di Rho nell’ambito dell’incontro “La Fiera, motore di sviluppo per l'economia, le professioni, il territorio” promosso da Fondazione Fiera Milano insieme ai comuni di Pero e Rho e in collaborazione con Aper - Associazione Promozione Economia Rhodense. Alla presentazione intervengono Luigi Roth, presidente di Fondazione Fiera Milano, Augustangela Fioroni e Paola Pessina, sindaci di Pero e Rho, Aldo G. Bonomi, direttore Consorzio AASTER, Guido Martinotti, Ordinario di Sociologia Urbana presso l’Università Milano-Bicocca, Giancarlo Moretti, direttore dell’Istituto di ricerche “Il Poliedro”, e Lanfranco Senn, Ordinario di Economia Regionale presso l’Università Luigi Bocconi. Il dibattito è moderato da Vinicio Peluffo, assessore allo Sviluppo Economico del comune di Rho.
Si chiama “enciclopedia” ma non ha pretese di esaustività, commenta Luigi Roth. Le ricerche sono delle fotografie molto serie e approfondite di un momento ben definito, ma non dimentichiamo che il territorio è un organismo vivo, sempre in evoluzione. Bisogna continuare a guardarlo e interpretarlo. L’ascolto del territorio e della sua comunità, insieme con l’attenzione agli aspetti socio-ambientali dei progetti, fanno parte di un concetto più ampio di “responsabilità sociale”, che Fondazione Fiera Milano ha applicato e messo a punto in questi anni di trasformazione da “macchina dello scambio” a “macchina dello sviluppo”, un propulsore dell’economia del territorio, al servizio della comunità che vi risiede e delle imprese che vi operano.
Ogni quaderno è dedicato a un tema differente: il primo alla Fiera, vera protagonista del cambiamento, e al suo impatto economico e territoriale, il secondo alle professioni del settore fieristico, il terzo ai nuovi stili di vita di quanti vivono e lavorano nei comuni limitrofi al Nuovo Polo e il quarto al territorio pedemontano lombardo e al concetto di città infinita.
Nel primo Quaderno “La Fiera protagonista della trasformazione – L’impatto economico e territoriale”, Lanfranco Senn illustra la natura del rapporto che lega la Fiera di Milano all’area metropolitana e all’area lombarda analizzando l’indotto in termini di dimensioni economiche e di localizzazione delle imprese.
Quando Nuovo Polo e Polo Urbano opereranno a regime, la ricchezza prodotta in Lombardia sarà di 4,2 miliardi di euro. Il 34 per cento sarà rappresentato dal settore alberghiero e commerciale, il 30 per cento dai servizi alle imprese e altri servizi, il 12 per cento dai trasporti e dalla comunicazione.
Significativa anche la ricchezza generata dal settore manifatturiero (16 per cento), da edilizia e energia (entrambi pari al 3 per cento) e da agricoltura ed estrattivo (2 per cento).
Nel secondo Quaderno “Le professioni del settore fieristico – Il caso di Fiera Milano” Giancarlo Moretti spiega come, in un momento di profonda evoluzione dell’evento fieristico, due sono le condizioni fondamentali per garantire una competitività vincente a Fiera Milano, accrescendo conseguentemente anche i livelli occupazionali. La prima condizione è il collegamento con il territorio circostante, che faciliti la nascita di nuove iniziative e attività in un’ottica di messa in rete di tutte le risorse. La seconda condizione consiste nella continua formazione di nuove professionalità caratterizzate da flessibilità, capacità di collaborazione, innovazione e creatività.
Si tratta di due condizioni fondamentali per Fondazione Fiera Milano, da tempo impegnata ad intensificare il rapporto di collaborazione e reciproco scambio con il territorio allo scopo di perseguire obiettivi di comune interesse.
Nel terzo Quaderno “I nuovi stili di vita dei cittadini – La popolazione di Rho e Pero” Guido Martinotti descrive la trasformazione in atto nel modo di vivere le metropoli, in particolare Milano. Dalla ricerca emerge innanzitutto come la popolazione stia crescendo nei territori limitrofi alla vecchia area metropolitana milanese, con un’espansione nelle zone periurbane. La composizione sociale della nuova metropoli risulta inoltre fortemente condizionata dallo sviluppo delle nuove professioni collegate all’economia digitale e ai mercati internazionali. Storicamente è proprio la Fiera il luogo in cui questi mercati si incontrano e in cui le persone scambiano le proprie conoscenze.
Ogni anno sono milioni i cosiddetti city user, vale a dire coloro i quali, lavorando nelle manifestazioni fieristiche o visitandole, vivono e usano la città senza però risiedervi. Sono proprio loro che contribuiscono a cambiare le logiche di organizzazione del territorio e rappresentano quindi un possibile e importante motore di sviluppo metropolitano.
Infine il quarto Quaderno, “La Fiera nella città infinita – Il territorio pedemontano lombardo” in cui Aldo Bonomi traccia il nuovo asse dello sviluppo lombardo da Est a Ovest, individuando nell’area pedemontana “una grande piattaforma produttiva su cui atterrano e da cui partono i flussi della globalizzazione che circolano all’interno della regione”. In tal senso la Fiera di Milano è un chiaro esempio: da un lato, infatti, si pone – e proietta l’intera regione - nel quadro della competizione globale e, dall’altro, possiede solide radici nel territorio milanese.